n. 2 - 31 marzo 2020 - Indicando il cielo, non guarderemo più il dito
Indicando il cielo, non guarderemo più il dito. “I pensieri cambiano, se pensiamo di cambiarli”. |
n. 2 - 31 marzo 2020
Apro la finestra e un raggio di sole, senza rispettare alcuna distanza di sicurezza, entra prepotentemente nella stanza. Fisso la mia ombra proiettata sul muro quanto basta per comprendere che, mi piaccia o no, non tornerò a comportarmi come prima.
Accendo il cellulare e un messaggio, sempre senza rispettare alcuna distanza di sicurezza, colpisce la mia attenzione. “I miei figli mi hanno chiesto di non andare a lavorare: ho risposto che non posso. Mi sentirei un disertore”. È Pina, addetta alle pulizia di un ospedale di Milano. Fisso lo schermo quanto basta per comprendere che, mi piaccia o no, il valore umano rimarrà sempre nella profondità dell’animo di chi avrà abbastanza occhi da non fare finta di vedere.
Rifletto.
Mai come questo in momento ho il tempo di farlo.
Mai come in questo momento ogni raggio di sole, colpo di vento, canto di gallo, goccia di pioggia mi ispira a farlo.
Mi chiedo.
- Come sto reagendo?
- Continuo a non accettare la situazione, lamentandomi, accusando e recriminando?
- Continuo a coltivare negatività a una situazione già difficile?
- Oppure qualcosa in me sta cambiando?
Più i giorni passano e più mi accorgo che è in corso una ghiotta occasione per conoscermi meglio, osservando il mio modo di reagire a un evento inaspettato, spiacevole e che restringe i miei spazi di libertà.
Si potrebbe dire, per far contenta la scienza che, qui, in gioco c’è una capacità innata (ma sviluppabile solo con la forza di volontà) a ogni essere vivente. La capacità, cioè, di coping, to cope. In altre parole, la capacità di fronteggiare e gestire una qualsiasi situazione.
La natura insegna.
Le abitazioni più resistenti ai terremoti, sono le strutture flessibili.
Ma, non essendo architetti, come fanno le persone a rendersi strutture flessibili in grado di ammortizzare le scosse anche più terribili come questa? Due importanti autori, Folkmann e Lazarus, parlando di coping, cioè di competenza nel gestire gli eventi, distinguono due grosse categorie.
Gli eventi “emotion focused”, cioè focalizzati sulle emozioni, e gli eventi “problem focused”.
Ecco, il primo passo da fare è riconoscere in questo evento le due componenti e poi osservare qual è la nostra risposta per ognuna di esse. Quali sono e che risposta diamo ai nostri sentimenti, a quello che viviamo, alle sollecitazioni emotive che riceviamo? Come li fronteggiamo, gestiamo? Cosa ne facciamo? Quali sono e che risposta diamo alle richieste pratiche, alle incombenze, alla parte tangibile di cambiamento che ci viene forzatamente richiesta?
Quanto questo insieme di riflessioni quotidiane, profonde e disordinate mi stanno predisponendo a a potenziare questa capacità di coping? Molto e più di quel che immagini.
La flessibilità è una delle virtù più importanti diceva mio nonno, insieme alla capacità di pensiero trasversale aggiungeva il mio Prof. di latino. Ma senza positività e fiducia fai poca strada, concludeva la mia Prof.ssa di filosofia.
Guardo i miei figli picchiarsi in piena armonia e per futili motivi in giardino, ascolto il cinguettio degli uccelli che volano liberi e senza autocertificazione, sento il profumo del minestrone che mia moglie sta preparando perché abbiamo bisogno di vitamine, mentre una video conferenza, con la piattaforma Teams, mi ricorda che sono anche in telelavoro.
La flessibilità interiore così avanza garantendomi abbastanza lucidità da non compiere reati.
Penso, rifletto, rielaboro e lascio che le emozioni negative lascino il passo alla speranza.
Passo dopo passo, minuto per minuto
Passa un aeroplano e lo saluto
È passato il Novecento con tutte le bandiere
Il mio cuore muto è rimasto a vedere
Il mio cuore intervistato adesso cosa ci dice
E risponde sono qui per questo sono felice
Se ne scrivono di cose dalle stelle alle stalle
Signori giornalisti non rompeteci le…
Farfalle.
Cantano, alla radio, Mina e Ivano Fossati.
Chiudo la finestra.
Penso che aveva ragione Rocky.
Se io posso cambiare, tutto il mondo può cambiare.
Per oggi, va bene così.
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